Il Pescaturismo, rappresenta una pratica sostenibile di turismo esperienziale sempre più diffusa

Silvia Pazzola e Davide Stacca, entrambi quarantenni, sono una coppia che dal 2016 accompagna i visitatori in uno degli angoli più suggestivi della Sardegna: Stintino e il Parco dell’Asinara. Ma non si tratta di una semplice escursione panoramica. La loro proposta è un’esperienza autentica e saporita di pescaturismo.
“Con 100 euro a persona – raccontano – da fine maggio a metà ottobre si parte con noi in barca e si resta in mare circa sette, otto ore, fin dal mattino presto. Peschiamo con reti e nasse, cioè ceste per la cattura dei polpi. Anche i bambini da un anno e mezzo in su possono partecipare, grazie a sistemi di sicurezza adatti anche ai più piccoli.”

Con Pescaturismo Stintino ci si imbarca per un’esperienza immersiva nel paesaggio marino, una mini vacanza che coinvolge tutti i sensi. L’imbarcazione si trasforma in un luogo d’esperienza in cui si scoprono da vicino i segreti della pesca e della vita dei pescatori.

Il culmine dell’esperienza è il pranzo a bordo: una tavolata sul mare dove si gusta il pesce appena pescato. Il menù prevede un primo e un secondo piatto:


“Spaghetti con sugo di granchio rosso o di polpo, e poi polpo con patate o in insalata, oppure saraghi, orate, ricciole” – spiega Silvia, che si occupa della cucina. Appassionata di gastronomia locale, Silvia ha abbracciato questa avventura, ormai divenuta un vero lavoro, seguendo la passione per la pesca del marito Davide.
“In Sardegna, soprattutto nella zona dell’Asinara – spiega – chi possiede una barca di 10-12 metri pratica pescaturismo.”

La Sardegna, insieme alla Toscana, è una delle regioni italiane con la maggiore offerta in questo ambito, ma il pescaturismo è diffuso in tutta Italia: sud, centro e nord.

Come spiega il Direttore Generale di Anapi Pesca, Annamaria Mele:


“Il pescaturismo è una forma sostenibile di turismo esperienziale in continua crescita. Decine di pescatori professionisti lo praticano regolarmente in tutte le regioni, offrendo anche un’opportunità concreta di sostenibilità economica per il settore.”

In Campania, ad esempio, con Pescaturismo a Procida si esce in mare la sera per calare le reti e si ritorna il mattino seguente per recuperare il pescato, che viene poi cucinato e consumato a bordo fino alle 14. Il costo varia da 35 a 75 euro a persona, comprensivo di giro panoramico e pasto.
In Abruzzo, a Chieti, con Stella pescaturismo da fine giugno a metà settembre si parte alle 6 del mattino per pescare fino alle 15, con pranzo incluso a base di brodetto e pesce alla brace. Prezzi: da 70 a 100 euro.
Nelle Marche, a San Benedetto del Tronto, Pescaturismo Sbt da otto anni propone a gruppi di 10-12 persone un’esperienza di 5 ore con pesca con la canna e pranzo incluso, ogni venerdì, sabato e domenica. Costo: 65 euro a persona (50 euro per i bambini sotto i 10 anni).

Tra le regole fondamentali del pescaturismo, vi è il limite massimo di 12 persone a bordo.


“Tuttavia – precisa Mele – questo numero può essere inferiore, in base alla capacità dell’imbarcazione, alle autorizzazioni delle Capitanerie di porto, e alle certificazioni di sicurezza.”

Grazie alle normative sulla gestione integrata delle zone costiere, introdotte con il Fondo Europeo per la Pesca, il pescaturismo è oggi riconosciuto come attività complementare alla pesca professionale, con lo scopo di integrare il reddito dei pescatori.


“Tecnicamente – aggiunge Mele – si tratta di un’impresa che imbarca, sulla propria unità di pesca, persone non facenti parte dell’equipaggio per attività turistico-ricreative durante la navigazione e le azioni di pesca. Ma è anche e soprattutto un’occasione di divulgazione del mestiere del pescatore, dell’ambiente marino, delle aree protette e dei borghi marinari, promuovendo la cultura del mare e del territorio attraverso le tradizioni locali.”

Infine, un appello:
“Per preservare e tramandare le tradizioni che rappresentano la storia del Made in Italy, è fondamentale continuare a sostenere le comunità della pesca con investimenti e risorse, per integrare il reddito di imprese che oggi affrontano normative stringenti e cambiamenti climatici sempre più critici per una delle professioni più antiche del mondo.”

Fonte originale: In barca con i pescatori dal tramonto all’alba – la Repubblica

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